L'ultimo istante

privata

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  1. Isaac.
     
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    Continuava a giocare a terra Saul, con dei carboni, aveva disegnato sul cemento delle caselle in cui si divertiva a saltellarci sopra. Rideva e tirava i capelli al suo babbo per convincerlo ad andare a giocare con lui. Sul suo viso, del resto, appariva un'innocenza leggiadra, tipica della fanciullezza. Stava crescendo e nonostante avesse soltanto tre anni, sembrava già un ometto in grado di badare a se stesso. Tutto ciò, Isaac faceva fatica ad ammetterlo, quando l'espressione sul suo volto diventò triste, nel dovergli spiegare che per alcuni giorni doveva rimanere con sua zia, nonché sorella di Isaac.
    Era l'unica persona di cui l'uomo si fidava e sapeva che Saul con lei sarebbe stato al sicuro.
    "Non so dirti quando tornerò". Bisbigliò Isaac, stringendosi al petto il piccolo Saul, che si stropicciò gli occhi, come per nascondere la sua aria triste.
    Isaac sapeva anche che quella poteva essere l'ultima volta che avrebbe abbracciato suo figlio, perciò di lui voleva portare ogni ricordo.
    "Stai qui con la zia e mi raccomando non farla arrabbiare". Saul annuì all'affermazione del padre, che si mise sulle spalle uno zaino di stoffa che aveva ricavato da un vecchio sacco e con un panno di cotone si avvolse il capo in modo da poter passare inosservato.
    Alcuni vaganti l'avevano notato e quindi di conseguenza doveva allontanarsi dalla sua famiglia per non mettere tutti in pericolo.
    Strinse ancora una volta a se quel minuto corpicino, come per sancire per sempre quell'attimo e si allontanò.
    In quelle verdi campagne, Isaac aveva rincominciato a respirare di nuovo. Lì tutto appariva quasi diverso, ma l'Apocalisse non aveva smesso di mietere vittime.
    Tra quel verde, Isaac, si era messo a riposare per qualche ora, prima dello giungere della notte.
    Era proprio durante la notte che le temperature calavano e il clima appariva abbastanza fresco. Un freddo quasi bizzarro, misto al vento, che lo costrinse ben presto a trovare rifugio in un fienile. Lì tra le balle di fieno, trovò un luogo piuttosto accogliente, da permettergli di rigenerare le sue forze. Si sistemò come meglio potette, riempendo il suo zaino di fieno per poggiarci la testa, in modo da non metterla a stretto contatto con il suolo.
    Fu così che si dimenò un paio di volte, prima di chiudere gli occhi.
    Era quasi l'alba, quando venne svegliato da uno strano rumore...


    Edited by Isaac. - 15/4/2016, 20:17
     
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