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Gaara95.
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SPOILER (clicca per visualizzare)narrato
parlato
pensato
parlato altrui
Le prime luci dell'alba iniziavano a farsi vedere, illuminando pian piano ciò che il mondo era diventato. Io mi trovavo steso su una branda ad occhi spalancati, un'altra notte senza chiudere occhio, un'altra notte senza sapere se fossi arrivato alla mattina seguente. Mi trovavo in un'abitazione con le pareti interne ed esterne bianche ma comunque danneggiate dalla crudeltà del tempo, in mano stringevo il mio amato arco olimpico e al mio fianco invece la mia fedele faretra ricolma di frecce dalle alette color giallo fluo.
Prima di stendermi su quel letto, la sera precedente, controllai l'intera abitazione e bloccai le varie porte e finestre al piano inferiore mettendoci davanti tutti i mobili che ero in grado di spostare, tuttavia per sicurezza durante la nottata ricontrollai l'intera casa come minimo una decina di volte, e ogni volta non era cambiato assolutamente nulla dal controllo precedente; non riusscivo a chiudere occhio per colpa dei pensieri che mi bombardavano la testa come una fitta pioggia, così a occhio e croce era passato circa un anno da quando quel giorno tornai a casa dopo essere uscito con la mia fidanzata e trovai i miei genitori stesi a terra entrambi con il cranio maciullato.
Per mia fortuna avevo imparato a cavarmela da solo, anche se spesso mi mancava la compagnia di altre persone.
Quando riuscii a liberare un pò la mente da quella miriade di pensieri mi alzai finalmente dal letto e scostando lievemente la tenda rossa che copriva la finestra della camera in cui mi trovavo, scrutai l'intero paesaggio all'esterno per assicurarmi che fosse abbastanza sicuro.
Ciò che vidi però fu esattamente lo stesso scenario che vedevo da circa dieci mesi a questa parte. macchine devastate tra cui alcune ribaltate, chiazze di sangue per strada e corpi smembrati o bruciati sparsi qua e la, il sole giallastro che ancora non si era alzato del tutto in cielo illuminava quello spettacolo tetro che sembrava fosse uscito da un qualche videogioco. Diversamente da quando cala il buio, ora i vaganti sono in minoranza e c'è ne sono solo una manciata sparpagliati.
Così, dopo una breve revisione al mio arco per assicurarmi che fosse completamente funzionante, scesi al piano inferiore e spostai l'imponente armadio tempestato di termiti e buchi che avevo appoggiato alla porta d'entrata e facendo un sospiro dissi tra me e me bene... andiamo...! e così spalancando la porta mi fiondai fuori di casa con un passo deciso ma allo stesso tempo prudente fino a quando un vagante si ritrovò a circa una decina di metri da me, e io con uno scatto incoccai una freccia nel mio arco e subito dopo una veloce tensione della corda fino al mio viso la rilasciai con una certa sicurezza, infatti il vagante cadde a terra con il cranio trafitto nell'occhio destro e ovviamente andai pure a recuperarmi la mia freccia.
Ormai sentivo il bisogno di andarmene dal Bronx, ma prima di andarmene volevo entrare nella mia vecchia abitazione, luogo in cui non vi mettevo più piede da quando vidi i miei genitori morti. dopo aver ucciso un paio di vaganti lungo la mia strada, mi ritrovai davanti alla mia vecchia casa e con gli occhi leggermente lucidi diedi una breve sbirciatina dai vetri rotti delle finestre per assicurarmi che non vi fosse nessun vagante all'interno e proprio come pensavo non vidi nessuno quindi probabilmente era tutta deserta; aprii delicatamente la porta che era accompagnata da uno straziane cigolio e nell'istante in cui l'ebbi aperta tutta, davanti a essa mi ritrovai una mandria di vaganti che si girarono subito verso di me allarmati da quel rumore e mossi sicuramente dalla fame di carne non infetta si avventarono contro di me, anche se fortunatamente ebbi l'istinto abbastanza pronto per fare un salto indietro lasciandogli abbastanza spazio per uscire tutti e impugnando saldamente l'arco incoccai una freccia più velocemente che potevo, pensando ovviamente merda! non ce la posso fare ad eliminarli tutti!!
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